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Fabbri 2020: l’esperienza di Andrea e Gabriele

Dal 3 al 6 gennaio il Memorial Fabbri ha visto figurare anche due trevigiani tra lo staff arbitrale. Vediamo cosa ci hanno raccontato!

Tempo di lettura 6′ (ma ne vale la pena)

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Il Memorial Fabbri, torneo dedicato alle selezioni regionali under 14 femminili e under 15 maschili, si è svolto a Rimini e Sant’Arcangelo. Un torneo di livello alto dove si possono vedere le future promesse del basket italiano!

Nell’occasione il settore giovanile del CIA è stato presente con un gruppo di 24 ragazzi provenienti da gran parte della penisola.
Ma ora lasciamo raccontare l’esperienza ad Andrea Zangrando, ex arbitro nazionale di Treviso ed ora alla guida del settore giovanile Veneto, uno dei nostri orgogli in regione.

Gioco molto tecnico e altrettanto veloce, una bella sfida per i ragazzi del settore giovanile CIA convocati dalle varie regioni. A livello nazionale abbiamo iniziato un percorso con questi giovani che li vedrà partecipare ad altri appuntamenti, sempre e solo se che costoro mantengano alto l’impegno in regione.
I ragazzi nonostante un numero non eccessivo di partite arbitrate (3-4) hanno vissuto una full-immersion: mattino e pomeriggio passati in palestra (anche nel ruolo di Udc), due lezioni tecniche serali su meccanica e segnalazione/comunicazione.
Credo che il gruppo si sia divertito e sia stato soddisfatto dall’esperienza. Gabriele ha lavorato molto bene, con l’umiltà che lo contraddistingue può fare grandi passi in avanti. In più ha vissuto un’esperienza unica…fatevi raccontare dell’ascensore!

Ed ora parliamo con Gabriele:

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Ciao Gabriele! Com’è andato il torneo?

Il torneo è andato bene, è stata una nuova esperienza, bella, utile e positiva.

Cosa facevate durante il giorno?

La nostra giornata tipo: sveglia alle 6.55, colazione tutti assieme e poi partenza per uno dei quattro campi in cui si giocava per la partita delle 9, grazie al trasporto degli istruttori o anche dai pullman delle rappresentative. Quando non si arbitrava si compilava il referto o si faceva il cronometro per due gare consecutive. Verso le 13 pranzo tutti assieme nell’ hotel in cui si alloggiava e, dopo una piccola pausa, c’era una breve riunione tecnica. Dopo le partite, si cenava alle 20.30, doccia e riunione fino alle 23, per poi o andare a letto o a fare un breve giro a cercare bar aperti vicini all’hotel per svagarsi un po’ assieme. Poi verso mezzanotte e mezza le designazioni tanto attese, per poi andare finalmente a letto!

Pensi di essere migliorato in qualcosa?

Certo, questo torneo mi ha dato modo di analizzare in modo dettagliato la meccanica e anche di metterla in pratica in partite di un buon livello tecnico. Proprio per questo si lavorava molto sul metro arbitrale, perché avendo a che fare con i migliori giocatori di ogni regione, bisognava valutare le cose con più attenzione.

Sei contento di aver partecipato a questo torneo?

Assolutamente sì, sono felice di aver fatto questo torneo, perché ha aumentato ancora di più la voglia e lo stimolo in me per l’arbitraggio, facendomi capire che se si lavora si raggiunge un buon livello e si ha l’opportunità di arbitrare una bella e importante pallacanestro.

Se potessi dare un nome a questa esperienza, che nome daresti?

Se potessi dare un nome a questa esperienza la chiamerei opportunità perché è stata una grande occasione per mostrare quello che so fare, oppure Italia, perché è stato bello parlare con arbitri napoletani, romani, milanesi e con i loro modi di dire per parlare e ogni tanto per prendere in giro.

Passando alle cose serie, se no annoiamo i nostri lettori…qual è stato il momento più divertente del torneo?

Il momento più divertente del torneo penso sia stato in uno dei tanti momenti passati insieme a fare due parole tra noi arbitri. In particolare una sera un arbitro napoletano raccontava la sua ultima multa presa in moto, quando la polizia lo fermò. Nonostante avesse il casco, assicurazione, fanali accesi e tutto, gli mancava solo un dettaglio a cui non aveva pensato, cioè la patente. L’ esame lo avrebbe avuto qualche settimana dopo, ma voleva comunque provare la moto e andava in giro senza patente (reso tutto più divertente dal modo bello e scherzoso che aveva lui).

Infine Andrea ci ha detto di chiederti di raccontarci dell’ascensore…cosa avete combinato?!

Era dopo cena ed ero di fretta perché dovevo andarmi a lavare per arrivare in tempo alla riunione. Così, avendo la camera al quarto piano, prendo l’ascensore per fare prima. Sapevamo che era abbastanza piccolo, ma per un motivo per l’altro saliamo in 6. Dopo 10 minuti che abbiamo fatto solo un piano e mezzo in ascensore ci sale un dubbio: non è che pesiamo troppo? Mi giro e sopra la mia testa c’è un cartellino di ferro con scritto. Massimo 4 persone o 350kg.
E lì, iniziarono i problemi.
Subito abbiamo iniziato a calcolare il nostro peso complessivo, c’era chi non sapeva fare i conti e chi mentiva sul suo peso, ma alla fine eravamo in eccesso di almeno 100 kg.

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Poi partivano le prime accuse su chi era salito per ultimo ed era solo colpa sua, poi si veniva a scoprire che qualcuno doveva andare al primo piano, che era solo colpa sua e che doveva prendere le scale. E il tempo passava. Eravamo fermi tra il secondo e terzo piano quando dopo 15 minuti abbiamo deciso di suonare l’allarme. Qualcuno diceva che stessimo scendendo, altri che salivamo e mancava solo qualcuno dicesse che stessimo volando, in realtà scendevamo lentamente (almeno credo).
Per ricordare il momento ci facciamo un selfie, giusto perché se non ce l’avremo fatta saremo andati sul telegiornale con quella foto.
Era veramente caldo lì dentro e si sudava molto, ma dopo mezz’ora il proprietario è riuscito a tirarci fuori, finalmente. Per colpa della mia cena abbondante avevo una sensazione di nausea, ma alla fine tutto andato per il meglio, abbiamo riso quando siamo usciti (più o meno) e abbiamo preso i nostri 2 euro di multa…

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