Esiste un solco tra essere e dover essere

Esiste un solco tra essere e dover essere, ma è un passo che abbiamo pigramente smesso di compiere. Abbiamo finito per convincerci che sia consentito, che sia addirittura morale e giusto, essere.

Oggi vorrei accendere una luce sulla parola ‘sacrificio’. Vorrei che tutti noi ci fermassimo un momento a riflettere sul significato della parola. Sulla bellezza della sofferenza intesa come mezzo di crescita. Abbiamo smesso di allenarci, di migliorarci, di tagliare le clip, di credere che l’unica strada per il miglioramento sia la fatica. Siamo entrati nel vivo dei campionati, nel vivo della scuola, e dobbiamo capire che è il momento di tenere le mani sul manubrio e stringere i denti. Quanti di noi si stanno riguardando le partite con spirito critico cercando di limare i propri difetti? Quanti di noi si stanno allenando con le squadre? Quanti di noi hanno davvero voglia di fare fatica e di essere arbitri migliori? Queste righe non vogliono essere un atto di accusa, ma di partenza perché è adesso che è il momento di pedalare davvero, è adesso il momento di dimostrare. Nessuno di noi verrà designato per gara 7 di finale scudetto quest’anno, ma ognuno di noi ha l’obbligo almeno morale di dover essere un arbitro migliore di quello che era ieri. Non possiamo più permetterci di nasconderci dietro il fatto che arbitriamo così, che siamo così, perché significa restare fermi e il resto del mondo si muove. Dobbiamo smettere di pensare che la ‘personalità’ sia più importante del lavoro settimanale, non voglio citare le frasi Michael Jordan sul talento e sul lavoro perché nessuno di noi ha talento. Sarebbe bello se smettessimo di ‘essere’ e iniziassimo a dover essere più disponibili al lavoro in provincia, al sacrificio in settimana, alla voglia di migliorare. Dobbiamo smettere di accontentarci di essere così. Perché è la voglia che fa la differenza, la fame di arrivare che fa la differenza.

Leggiamoci una pagina in più del regolamento, veniamo una volta in più alle riunioni, riguardiamoci una partita in più e arbitriamo divertendoci una partita in più.

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